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SUPERBONUS 110%

LE MENZOGNE

 

 

Cominciamo questa analisi da una delle più grandi menzogne: il buco per le casse dello Stato e l’aumento del debito pubblico.

Come qualsiasi altra detrazione fiscale che non prevede rimborso da parte dello Stato (su questo dovremo capire bene gli effetti della riclassificazione da parte di ISTAT), il Superbonus non prevede un uscita diretta di denaro pubblico ma una diminuzione delle entrate dell’anno, dovuto alla compensazione dei crediti con i debiti tributari di chi detiene questo bonus (contribuente, professionista, impresa o cessionario).

In quanto tale, il superbonus non genera buchi e, come anche confermato da Eurostat in audizione al Senato, non ha effetti sul debito pubblico ma solo sul deficit (differenza tra uscite ed entrate dello Stato) e quindi sul suo rapporto con il PIL (prodotto interno lordo).

Ma se è vero che diminuendo le entrate tributarie, aumenta il deficit, va anche calcolato l’effetto della misura sul Pil (prodotto interno lordo). Nel 2022 il Pil è in crescita del 3,7% rispetto al 2021 (dati ISTAT) e il rapporto deficit/Pil è pari a -8,0%, ma solo a causa della necessità europea di contabilizzare a Bilancio l’intero importo delle spese sostenute per il superbonus nell’anno (anche se comunque saranno utilizzate su un orizzonte di 5 anni).

A seguito della riclassificazione dei crediti edilizi come pagabili, ISTAT ha revisionato il rapporto deficit/Pil per gli anni 2020 e 2021 di -0,2 e -1,8 punti percentuali. Quindi:

  • nel 2021 il Pil è in aumento del 6,6% rispetto al 2020, mentre il rapporto deficit/Pil è pari a -9,0%
  • nel 2020 il Pil è diminuito dell’8,9% rispetto al 2019 mentre il rapporto deficit/Pil è stato pari al -9,7%;
  • nel 2019 il Pil è aumentato dello 0,3% rispetto al 2018, il rapporto deficit/Pil è stato pari al -1,6%;
  • nel 2018 il Pil è in aumento dello 0,9% rispetto al 2017, il rapporto deficit/Pil è stato pari a -2,1%

Due sono gli aspetti da tenere in considerazione:

  1. il PIL (indice di ricchezza ed economia reale) non è mai cresciuto così tanto come dal 2020;
  2. il rapporto col deficit è frutto di quelli che non possono essere denominati costi ma “investimenti”.

L’ultima grande menzogna riguarda le frodi fiscali che, è bene sottolinearlo, ci sono state e sono state causate principalmente da un grandissimo errore di formulazione dell’art. 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio): aver esteso la cessione del credito ai bonus edilizi minori senza misure di controllo.

Un problema risolto con il Decreto Legge n. 157/2021 (Decreto antifrode), come dimostrato in audizione alla Camera dei Deputati dal direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Entrando nel dettaglio, l’Agenzia delle Entrate ha individuato 9 miliardi di possibili frodi, così suddivise:

Del totale di 9 miliardi di frodi fiscali sono stati distinti:

  • 3,7 miliardi di crediti oggetto di sequestri preventivi riferiti a casistiche precedenti il Decreto Legge n. 157/2021 (Decreto Antifrode);
  • 2,1 miliardi di crediti sospesi e scartati direttamente dalla cessione crediti dell’Agenzia delle Entrate;
  • 3,2 miliardi di crediti individuati come fittizi e oggetto di indagini.

Non si conosce il dato post Decreto antifrode, ma si conosce il dettaglio delle frodi per singolo bonus fiscale:

Tipologia bonus % crediti irregolari Totale euro irregolari
Bonus facciate 58% 5.220.000.000,00
Ecobonus ordinario 23% 2.070.000.000,00
Sismabonus ordinario 8% 720.000.000,00
Superbonus 5% 450.000.000,00
Bonus locazioni 5% 450.000.000,00
Ristrutturazione 1% 90.000.000,00

Numeri alla mano, sul Superbonus l’Agenzia delle Entrate ha individuato 450 milioni di possibili frodi che sul totale di interventi di superbonus (circa 70 miliardi di euro), rappresenta appena lo 0,64%. Troppo poco per parlare di frodi fiscali su una misura in cui i meccanismi di controllo hanno evidentemente funzionato!

 

ARTICOLO TRATTO DA LAVORI PUBBLICI – PERIODICO DI INFORMAZIONE TECNICA

 

 

 

 

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